1 Ottobre 2025

Da tempo si rincorrono a vario titolo sui social media notizie incalzanti a proposito di un aumento dei carcinomi mammari nelle giovani donne. Farne un elenco completo è praticamente impossibile, ma la vox populi ha generato una preoccupazione se non allarme – immotivato – in molte donne italiane, che deve essere ridimensionato sulla base dei dati effettivamente disponibili.

Chi l’ha detto?
L’allarme è partito da un articolo pubblicato dalla rivista BMJ Oncology [1] che riportava, nella sintesi iniziale, la “notizia-bomba” di un aumento di incidenza del 79% e di mortalità del 27% del cancro giovanile negli ultimi 30 anni. L’articolo, più citato che letto, basato largamente su stime, riferiva questi valori come medie a livello mondiale. Una – non facile – lettura rivelava tuttavia nelle tabelle supplementari per l’Europa centro-occidentale una sostanziale stabilità dei livelli di incidenza (sostanzialmente stabili con minime variazioni), con mortalità stabilmente in calo. La fretta e la sintesi della comunicazione hanno ingannato diversi mezzi di informazione (anche prestigiosi), che hanno “sparato” la notizia come un fulmine a ciel sereno, secondo la vulgata che vede nelle neoplasie malattie inesorabilmente dilaganti e fatali.
Diverse fonti, più legate al mondo oncologico, hanno in realtà riportato nel testo una corretta interpretazione dei numeri, altre hanno richiesto approfondimenti agli esperti, ma i titoli e il dilagare nei social della notizia ha reso impossibile far rientrare nel tubetto il dentifricio imprudentemente sparso.

Cosa accade in Italia?
Nell’ultimo anno sono stati pubblicati alcuni studi sull’incidenza in Italia del carcinoma mammario in giovani donne, basati sui dati dei Registri tumori.
In uno studio pubblicato da AIRTUM [2] è stato riscontrato un modesto aumento medio (+0,5%/anno) in età 20-49 nel periodo 2008-2017. Un aumento di +0,5% è un incremento molto modesto, quasi impercettibile fuori dalle analisi statistiche. L’aumento è peraltro ristretto al periodo 2008-2014, all’area del Sud-Isole e alla fascia di età 40-49 anni. Lo studio indica, fra le cause più probabili, le mutate condizioni di accesso alla diagnostica senologica nei gruppi interessati.
Un ulteriore studio AIRTUM limitato al periodo 2013-2017 [3] conferma un modesto aumento (+0,8%/anno) a carico delle donne in età 0-49 anni, limitato però al Centro-Sud (+1,7%/anno), in un quadro di sostanziale stabilità della mortalità e dell’incidenza nelle altre aree d’Italia.

La Regione Veneto documenta su un periodo più ampio (1987-2019) [4] una tendenza iniziale all’aumento delle diagnosi nelle età 0-49 di un +1,7%/anno che si è esaurito però nel 2002. Dal 2002 al 2019 l’incidenza nelle under-50 è stabile.
Tassi stabili entro i 50 anni sono stati confermati anche in un analogo studio in Provincia di Reggio-Emilia [5] nel periodo 1996-2021. Diversi altri registri confermano la stabilità e nessuno riporta un aumento esponenziale
Possiamo quindi concludere che, al momento, concentrando gli studi in periodi più recenti e in territori più delimitati, non vi sono evidenze documentate dai dati dei Registri tumori italiani che segnalino un allarme per l’incidenza dei tumori della mammella nelle donne giovani. In conclusione, l’aumento percepito non trova riscontro nei dati epidemiologici.

Come interpretare i dati epidemiologici?
L’aumento dei casi di tumore viene molto spesso e quasi automaticamente attribuito a una “epidemia” causata da un aumento effettivo di rischio, in altre parole un aumento reale dell’aggressività di una malattia in una popolazione. In realtà questa è l’ultima ipotesi che gli epidemiologi prendono in considerazione, dopo aver escluso altri fattori “accidentali”, per esempio l’aumento di diagnosi conseguente a una campagna di screening (organizzata o spontanea). Al 2023 lo screening mammografico organizzato nella fascia 45-49 anni era attivo in poche Regioni, ma verosimilmente presente in forma spontanea in altre aree.
Queste ipotesi devono poi essere vagliate alla luce di altri indicatori, ad esempio la mortalità (in calo in Italia), la sopravvivenza (in aumento), lo stadio alla diagnosi (in diminuzione nelle aree coperte da screening), che indicano come i lievi incrementi delle diagnosi (attive) siano premessa per interventi che migliorano la prognosi nelle donne. Per “leggere” il dato di incidenza occorre quindi un esame integrato di tutti gli indicatori: l’estensione futura dello screening alle donne in età 45-49 determinerà conseguentemente un moderato aumento dell’incidenza come effetto dell’efficacia della fase iniziale del programma. Un aumento di diagnosi qui significa diagnosi più precoci, non maggiore carico di malattia.

In conclusione…
I dati in possesso dell’epidemiologia – e dei Registri tumori in particolare – sono a disposizione per rispondere alla necessità di informazione dei professionisti e della popolazione. I Registri confermano stabilità: non un’epidemia, ma progressi in prevenzione e cura. Il percorso che ha reso negli anni il carcinoma mammario una malattia sempre più guaribile non segue la logica degli allarmi, ma di una sempre maggiore cultura della prevenzione e disponibilità di programmi di screening.


[1] Zhao J, Xu L, Sun J, Song M, Wang L, Yuan S, Zhu Y, Wan Z, Larsson S, Tsilidis K, Dunlop M, Campbell H, Rudan I, Song P, Theodoratou E, Ding K, Li X. Global trends in incidence, death, burden and risk factors of early-onset cancer from 1990 to 2019. BMJ Oncol. 2023 Sep 5;2(1):e000049. doi: 10.1136/bmjonc-2023-000049. PMID: 39886513; PMCID: PMC11235000.

[2] AIRTUM Working Group1; Stracci F, Serraino D, Fusco M, Mazzucco W, Fabiano S, Tittarelli A, Perotti V, Dal Maso L, Zorzi M, Migliore E, Ferrante M, Gasparotti C, Ghisleni S, Cavallo R, Teresa Pesce M, Casella C, Ballotari P, Galasso R, Manzoni F, Spata E, Gentilini MA, Bella F, Fanetti AC. Time trends of cancer incidence in young adults (20-49 years) in Italy. A population – based study, 2008-2017. Tumori. 2025 Feb;111(1):55-70. doi: 10.1177/03008916241297078. Epub 2024 Nov 15. PMID: 39548724.

[3] Perotti V, Tittarelli A, Contiero P, Maso LD, Pesce MT, Zarcone M, Gili A, Mazzucco W, Stracci F, Crocetti E, Fabiano S; AIRTUM Working Group. Trends in cancer incidence and mortality in Italy, 2013-2017. Cancer Epidemiol. 2025 Aug;97:102855. doi: 10.1016/j.canep.2025.102855. Epub 2025 Jun 3. PMID: 40466543.

[4] Buja A, Trevisiol C, Miatton A, Guzzinati S, Bovo E, Mocellin S, Fantin A, Rugge M, Bronte V, Zorzi M. Is the incidence of early-onset cancers increasing in the northeast of Italy? A 30-year analysis of the regional cancer registration data by age, 1987-2019. Int J Cancer. 2025 Aug 16. doi: 10.1002/ijc.70088. Epub ahead of print. PMID: 40818023.

[5] Mangone L, Marinelli F, Bisceglia I, Roncaglia F, Morabito F, Testa C, Pinto C, Neri A. A Population-Based Analysis of the Cancer Incidence in Individuals under 50 in a Northern Italian Province: Focusing on Regional Disparities and Public Health Implications. Int J Environ Res Public Health. 2024 Oct 8;21(10):1333. doi: 10.3390/ijerph21101333. PMID: 39457306; PMCID: PMC11508065.