È stata recentemente pubblicata la versione ufficiale dello Schema Europeo di Qualità per lo screening e il trattamento del cancro della mammella (ECIBC), sviluppato dal Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea. Lo schema è progettato per essere implementato su base volontaria e copre tutti i processi di cura rilevanti, dallo screening alle cure di fine vita. In una fase successiva, i servizi per il tumore della mammella conformi ai requisiti europei potranno richiedere la certificazione.
Silvia Deandrea, presidente GISMa, ha espresso il proprio punto di vista sulla pubblicazione dello schema: “Sono estremamente soddisfatta di questo risultato così importante per l’Europa, non solo dal punto di vista del presidente GISMa e del direttore di un programma di screening che vede finalmente disponibile un’importante leva per il miglioramento della qualità del servizio, ma anche su un piano personale perché sono stata la prima persona assunta dal JRC di Ispra, ormai nel lontano 2012, per disegnare questo schema qualità praticamente da zero. A inizio progetto avevamo a disposizione numerosi schemi a livello europeo e internazionale, con importanti risultati e differenti penetrazioni geografiche, ma nessuno dei quali di proprietà comune di un ente pubblico europeo come sarebbe stato quello che immaginavamo. La prima sfida per noi, quindi, è stata quella di riuscire a far parlare tra di loro i due grandi player europei, EUSOMA e DKG (German Cancer Society), e convincerli a cooperare per creare un unico schema pubblico che avrebbe potuto dare degli strumenti in più anche ai loro propri standard. Un’altra sfida è stata quella di trovare un dialogo tra il mondo della certificazione ISO, l’unica con un valore legale in Europea, e quello dell’accreditamento ospedaliero, che invece si era sempre mosso nel contesto del cosiddetto ‘accreditamento volontario all’eccellenza’ con importanti risultati ad esempio ottenuti da Joint Commission International (JCI) e, specificamente sull’oncologia, dall’OECI (Organisation of European Cancer Institutes). I miei anni di lavoro al JRC si sono conclusi mentre era in pieno svolgimento l’attività di definizione dei requisiti di qualità, che si stava svolgendo in parallelo con il panel GRADE delle linee guida europee. Una difficoltà al mio rientro in Italia, infatti, è stata anche quella di spiegare che non sarebbe uscito un nuovo volume cartaceo delle linee guida europee dello screening comprensive del quality assurance come in precedenza, ma che si sarebbe trattato di due diversi strumenti in dialogo tra loro e in aggiornamento continuo tramite il web. Il destino ha poi voluto che mi ritrovassi dall’altra parte rispetto al JRC come contractor, quando come GISMa siamo stati arruolati dalla Commissione come auditor di test per la valutazione di robustezza dello schema europeo. In quell’occasione un team GISMa ha condotto un audit al centro oncologico di Cluj, in Romania: l’abbiamo raccontato qui. Ora che lo schema è finalmente disponibile, il mio augurio è che gli enti certificatori italiani lo facciano proprio e che si possano vedere presto nel nostro paese i primi programmi di screening e centri di senologia certificati secondo questo schema.”
Anche Antonio Rizzo della Breast Unit di Humanitas Istituto Clinico Catanese ha commentato l’esperienza del proprio centro come unico rappresentante italiano nel progetto pilota ECIBC/JRC: “La Breast Unit di Humanitas Istituto Clinico Catanese ha partecipato come unico centro italiano di senologia al progetto pilota di ECIBC/JRC per valutare la fattibilità a livello europeo dello schema di qualità proposto. Il lavoro ha coinvolto il nostro centro per circa sette mesi e l’interlocuzione con la Commissione, che ha accompagnato il processo, è stata fattiva e molto utile. Ad una prima fase di presentazione delle finalità del progetto ne è seguita una di autovalutazione su uno schema (self-assessment tool user manual), di calcolo di numerosi indicatori, generali e specifici per ciascuna disciplina del PDTA, attraverso la compilazione di un questionario molto articolato. Indubbiamente, il livello di approfondimento richiesto, in particolare per gli indicatori generali di esito e follow-up, è particolarmente elevato, assai più complesso rispetto ad esempio alla certificazione EUSOMA. Pur essendo la nostra struttura accreditata JCI e EUSOMA, l’impegno organizzativo per estrarre i dati e rispondere a tutte le evidenze richieste è stato rilevante ma al contempo prezioso per i suggerimenti di miglioramento sia durante la fase preparatoria sia durante la visita di verifica da parte dell’audit team europeo. Ciò che mi ha favorevolmente impressionato è la maggiore attenzione verso l’analisi di indicatori di esito rispetto ad altre certificazioni e il richiamo alla necessità di partecipazione a controlli di qualità e di organizzazione di audit interni volti a misurare le proprie performance, nell’ottica del miglioramento continuo della qualità. Non mancano alcune aree grigie o criticità: i tempi di sviluppo dello schema, della fase progetto pilota e la successiva pubblicazione appaiono molto lunghi e ciò si riflette sulla “attualità” di alcuni indicatori o sull’assenza di nuovi potenziali indicatori, in particolare di quelli specifici di ciascuna disciplina, visto il repentino evolversi di tutte le discipline. Infine, non appare chiaro l’impatto sul SSN e sui centri di senologia e di screening: lo schema sarà un accreditamento “volontario”, non potendosi in tema di sanità soverchiare la legislazione di ogni singolo stato. Tuttavia, la legge Gelli-Bianco in Italia impone ai professionisti di riferirsi a linee guida e raccomandazioni, e indubbiamente quelle di una istituzione europea non sarebbero certamente di secondo piano. Forse è arrivato il momento di proporre alle sedi istituzionali di aggiornare i requisiti, probabilmente ormai in parte superati, richiesti per l’istituzione dei centri di senologia che furono sanciti nell’Intesa Stato-Regioni del 2014.”
